La Timosina alfa 1 e le sue azioni sul sistema immunitario

La Timosina alfa 1 e le sue azioni sul sistema immunitario

Scritto da
Dott. Claudio Tomella

È stata recentemente pubblicata sull’autorevole Word Journal of Virology una interessante revisione completa della letteratura sulla Timosina alfa 1 (TA1).

La Timosina Alfa 1 è un peptide con note proprietà senolitiche e pleiotrofiche in grado di modulare il sistema immunitario.

La TA1 rientra nella categoria dei peptidi a cui appartengono diverse molecole di segnale che svolgono numerose azioni sull’invecchiamento e i processi cellulari e sono la nuova frontiera della medicina Anti-Aging di avanguardia.

L’utilizzo della Timosina 1 alfa per il potenziamento del sistema immunitario, in caso di autoimmunità, sindrome di Lyme o per contrastare l’immuno-senescenza è una realtà.

Pensiamo di farvi cosa gradita nel proporvi la traduzione in lingua italiana dell’articolo. Non è una traduzione letterale, ma segue in modo preciso la review, rimandando solo a questa in caso di approfondimenti.

Il linguaggio è chiaramente  tecnico / scientifico e non lo abbiamo semplificato per non snaturare il significato dell’articolo originale.

Sottolineiamo il fatto che, nonostante l’articolo tocchi il tema dell’utilizzo della Timosina alfa 1 nel trattamento dei pazienti COVID 19, conclude che sono necessari ulteriori studi per valutare questo utilizzo (“for this purpose (COVID-19 infection), we can conclude that further studies are mandated for using thymosin alpha 1 in these patients”).


Thymosin alpha 1: A comprehensive review of the literature

Timosina alfa 1: una revisione completa della letteratura

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7747025/

ABSTRACT

La timosina alfa 1 (PA1) è un peptide presente naturalmente nel timo a cui da tempo è stato riconosciuto un ruolo sulla modifica, il potenziamento e il ripristino della funzione immunitaria.

La timosina alfa 1 è stata utilizzata nel trattamento degli stati di immunodeficienza e nei tumori maligni, come potenziatore della risposta al vaccino e come mezzo per frenare la morbilità e la mortalità nella sepsi e in numerose infezioni.

Gli studi hanno evidenziato che la timosina alfa 1 potrebbe aiutare a migliorare la prognosi nei malati gravi affetti da Covid 19, riparando i danni causati dall’iperattivazione dell’immunità linfocititaria e l’eccessiva attivazione delle cellule T.

In questa review  viene discussa la letteratura chiave sui meccanismi di azione e gli usi clinici attuali della timosina alfa 1.

Considerando le note proprietà biochimiche validate, tra cui quelle antibatteriche e antivirali e le nuove promettenti scoperte sulle possibili applicazioni della timosina,  gli autori ritengono che la timosina alfa 1 meriti ulteriori indagini riguardo alle sue proprietà antivirali e al possibile utilizzo nel trattamento della sindrome respiratoria acuta grave da COVID 19.

INTRODUZIONE

La timosina alfa 1 è un peptide di 28 aminoacidi originariamente isolato dal timo che è stato ampiamente studiato per quanto riguarda le sue funzioni sul sistema immunitario.

Alla timosina alfa 1 è stata ampiamente riconosciuta una azione di potenziamento, bilanciamento e ripristino  del sistema immunitario e come tale è stato utilizzata in diversi contesti clinici e di ricerca.

La forma sintetica della timosina alfa 1, nota come Timalfasina, è approvata in più di 35 Paesi per il trattamento dell’epatite B e C e come potenziatore immunitario in molte altre malattie. In Italia e in altri Paesi viene commercializzata come Zadaxin (ndt.).

Più specificamente, è stata di beneficio nell’aumentare la funzione immunitaria nelle immunodeficienze, nell’artrite psoriasica, nell’invecchiamento, nonché per aumentare la risposta ai vaccini e limitare la tossicità indotta dalla chemioterapia.

Inoltre si è dimostrata utile nel trattamento di pazienti oncologici, in particolare quelli con carcinoma epatocellulare, a cellule renali e nel carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Ultimo, ma non meno importante, è stato utilizzato in numerose infezioni, come l’HIV, lo Pseudomonas, così come nella sepsi e recentemente nei pazienti gravemente ammalati da Coronavirus 2019 (COVID-19).

Alla luce dell’attuale situazione pandemica, si stanno compiendo sforzi in tutto il mondo per comprendere l’impatto dell’infezione da COVID 19 sul sistema immunitario nella speranza di avvicinarsi ad un trattamento efficace.

A tal fine,  vale la pena di indagare ulteriormente la letteratura scientifica pubblicata sulla timosina alfa 1.

In questa review, gli autori propongono di comprendere le caratteristiche della timosina alfa 1, della sua struttura chimica e delle proprietà biologiche fino alle sue applicazioni cliniche, la  sicurezza e l’efficacia per valutare se può essere una possibile opzione terapeutica per ridurre la mortalità e migliorare l’outcome dei pazienti COVID-19.

ESTRAZIONE E ANALISI

La timosina alfa 1 è un ormone peptidico prodotto per via endogena dal timo.

Potenzia la risposta immunitaria mediata dalle cellule T tramite la differenziazione e la maturazione delle cellule  progenitrici T, l’attivazione delle cellule dendritiche e Natural killer e la stimolazione dell’infiammazione mediata dalle citochine.

È stata per la prima volta isolata da timo di bovino nel 1977.

Attualmente esistono diversi modi per ottenere la timosina alfa 1 bioattiva (si rimanda all’articolo originale per la descrizione completa).

ATTIVITÀ BIOLOGICHE E BENEFICI PER LA SALUTE

La timosina alfa 1 funziona come un toll-like recepto agonista  (TLR) 9 e  TLR-2,  sia nelle cellule mieloidi che dendritiche.

Attraverso i TLR, la timosina alfa 1 può stimolare la risposta immunitaria adattativa, che è essenziale per combattere le infezioni virali, batteriche, fungine e i tumori, nonché per la stimolazione dell’immunità umorale.

Inoltre, la timosina alfa 1 può aumentare i livelli di IL-2, IL-10, IL-12, interferone (IFN) -α e IFN-γ.

Il ruolo della timosina alfa 1 nello stimolare la produzione di anticorpi dipendenti dalle cellule T è anche il motivo per cui è stata considerata un adiuvante per migliorare la risposta ai vaccini.

La TA1 ha una vasta gamma di attività biologiche che vanno da quelle anti-tumorali a quelle immunomodulanti.

La risposta immunitaria della la timosina alfa 1 è dovuta alla sua azione nell’elevare l’attività di maturazione delle cellule T nelle Cellule T CD4 + / CD8 +.

Funziona attivando direttamente le cellule natural killer e le CD8 attraverso le quali sopprime le cellule infettate dal virus.

La TA1 inibisce l’ IL-1β e  il fattore di Tumor Necrosis Factor-α, determinando una riduzione della risposta infiammatoria che è molto utile in condizioni come l’epatite cronica e la pancreatite acuta.

Non solo svolge un ruolo nel migliorare l’espressione delle citochine, ma anche migliora la presentazione dei complessi di istocompatibilità e degli antigeni virali sulle rispettive cellule bersaglio infettate  e diminuisce la replicazione virale.

Naylor et coll. hanno sottolineato che la timosina alfa 1 non ha un solo bersaglio, ma piuttosto una vasta gamma di bersagli per la sua attività di potenziamento del sistema immunitario.

La TA1 ha mostrato la capacità di frenare la crescita tumorale, da cui il suo utilizzo nel trattamento di vari tipi di cancro.

Ha mostrato proprietà antiproliferative che sono state evidenziate nelle metastasi del tumore al polmone e al fegato.

Secondo studi condotti da Moody et al., l’attività antitumorale della timosina alfa 1 ha funzionato meglio con i tumori di piccole dimensioni.

Nel complesso, la timosina alfa 1 funziona tramite due meccanismi principali:

stimolando il sistema immunitario o per effetto delle le sue attività antiproliferative sulle cellule tumorali.

Armutcu et al. hanno studiato l’azione protettiva della timosina alfa 1 contro i danni ossidativi, come effetto della sua azione sulla sulla superossido dismutasi epatica e sulla glutatione perossidasi.

Poiché la timosina alfa 1 è un polipeptide naturalmente presente nel timo, svolge una funzione ruolo fondamentale nel controllo dell’infiammazione, dell’immunità e della tolleranza.

La Timosina alfa 1 ha un’azione immunomodulante attraverso la sua interazione sui TLR (toll like receptors).

A causa dell’azione della timosina alfa 1 su altri tipi di cellule, viene utilizzata come agente terapeutico per le malattie con evidente disfunzione immunitaria.

Sono stati condotti con risultati promettenti studi clinici con la timosina alfa 1 per malattie come la sindrome di DiGeorge, il cancro del polmone non a piccole cellule, il carcinoma epatocellulare, l’epatite B e C, l’HIV e il melanoma.

L’FDA ha approvato il farmaco Timalfasina (Zadaxin) per il trattamento del melanoma maligno, dell’epatite B cronica attiva, della sindrome di DiGeorge e del carcinoma epatocellulare per il suo effetto immunomodulante e antitumorale.

APPLICAZIONI CLINICHE E COMMERCIALI

La timosina alfa 1 è stata ampiamente testata e la sua forma sintetica, la timalfasina (Zadaxin ndt.),  è stata ampiamente utilizzata in campo clinico.

Alcune delle sue applicazioni sono le seguenti:

Epatite B

La sicurezza e l’efficacia della timosina alfa 1 nei pazienti con epatite B cronica è stata valutata in diversi studi clinici.

La TA1 1 è stata testata in monoterapia così come in combinazione con interferone alfa e altri analoghi nucleosidici.

È stata riscontrata una percentuale di risposta virologica completa (eliminazione dell’acido desossiribonucleico sierico dell’HBV e dell’antigene dell’epatite B) del 40,6% nei pazienti trattati con 1,6 mg di Timosina alfa 1 sottocute due volte a settimana e il 26,5% nei pazienti trattati con lo stesso regime per 52 settimane.

Tuttavia, è importante sottolineare come che il trattamento dell’epatite B utilizzando la timosina alfa 1 è stata utilizzato solo nell’era dell’interferone ed è ora considerato obsoleto dopo la scoperta di agenti antivirali diretti.

Epatite C

La timosina alfa 1 in monoterapia non sembra essere utile nel trattamento dell’epatite C. Tuttavia, la terapia di combinazione di timosina alfa 1 e interferone alfa 2a potrebbe reprimere efficacemente la replicazione virale nei pazienti con epatite C.

È stata anche testata la timosina alfa 1, in combinazione con l’interferone alfa 1 nel trattamento in pazienti con epatite cronica C.

Inoltre, la TA1 è ben tollerata, senza effetti avversi significativi osservati.

Una meta-analisi condotta da Sherman, ha incluso molte evidenze che dimostrano la superiorità della combinazione di timosina alfa 1 e interferone alfa 1 rispetto all’interferone alfa in mono-terapia. Da sottolineare come, così come per l’epatite B, anche per l’epatite C, il trattamento con timosina alfa 1 è stata soppiantato a favore di quello con l’antivirale diretto.

Sepsi

L’utilizzo di timosina alfa 1 in pazienti con sepsi ha mostrato una riduzione della mortalità dovuta a insufficienza multi-organo, che è la principale causa di morte nella sepsi.

Infezione da HIV

La terapia di combinazione di timosina alfa 1, interferone alfa 1 e zidovudina è stata ben tollerata nei pazienti affetti da HIV.

La timosina alfa 1 migliora la funzione e aumenta il numero di cellule T CD4 +, mentre diminuisce la carica virale.

È stata dimostrata la sicurezza e l’efficacia della timosina alfa 1 in combinazione con terapia antiretrovirale nella stimolazione del sistema immunitario.

È stato dimostrato che la timosina alfa 1 sta bene tollerata e potrebbe aumentare i livelli delle cellule di segnale T nei pazienti con malattia da HIV avanzata.

L’uso prolungato di alte dosi la timosina alfa 1 sarebbe più efficace.

Pseudomonas – Pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo

La TA1 è stata utilizzata anche in altre infezioni come quelle da Pseudomonas o quelle che seguono il trapianto di midollo osseo.

Tossicità della muffa

Questo peptide timico ha la capacità di innescare le cellule dendritiche e di potenziare la risposta Th1 e attivare le cellule T reg in modo da bilanciare la risposta infiammazione e antifungina.

La risposta Th1 attiverà la produzione di citochine Th2 (IFN-γ, IL-2, IL-12, IL-18), stimolando l’attività fagocitaria. Quindi, verranno prodotte cellule citotossiche CD4 +, CD8 + e T e anticorpi opsonizzanti che generano un effetto protettivo contro i funghi patogeni.

Deficienza immunitaria

Il trattamento con timosina alfa 1 serve come stimolo per l’espressione del recettore IL-2 e la sua interiorizzazione. Ha anche un effetto riparatore su pazienti con soppressa attività delle Natural Killer e con immunodeficienza.

Agendo come Toll-like receptor nelle cellule dendritiche mieloidi e plasmacitoidi, la timosina alfa 1 stimola le vie di segnale e avvia la produzione di citochine. Pertanto, la timosina alfa 1 ha mostrato risultati incoraggianti sul possibile trattamento di pazienti immunocompromessi. Nel complesso, migliora funzione del sistema immunitario senza causare eventi avversi.

Artrite psoriasica

La timosina alfa 1 è un potente modulatore dell’immunità e dell’infiammazione.

La prova è che le malattie caratterizzate dalla disregolazione del sistema immunitario e dell’infiammazione, come l’artrite psoriasica, sono associate ai livelli sierici di timosina alfa 1 inferiori a quelli degli individui sani.

I dati sono coerenti con il ruolo della timosina alfa 1 come regolatore dell’immunità, della tolleranza e dell’infiammazione in pazienti con artrite psoriasica.

Adiuvante dei Vaccini

L’utilizzo della timosina alfa 1 come adiuvante del vaccino antinfluenzale ha mostrato risultati promettenti, soprattutto tra i pazienti anziani e immunocompromessi.

La timosina alfa 1 ha anche dimostrato di migliorare l’immunogenicità del vaccino antinfluenzale.

Diminuzione della tossicità dalla chemioterapia

Studi clinici dimostrano che la timosina alfa 1 è stata utilizzata in pazienti con differenti tumori maligni, riducendo la tossicità della chemioterapia e migliorando la qualità della vita.

Utilizzando questo farmaco si è osservato un aumento del numero e delle funzioni delle cellule immunitarie e una  riduzione della tossicità da chemioterapia. In generale, si sono verificate meno infezioni durante la chemioterapia, la neurotossicità è diminuita e la qualità di vita è migliorata.

Danno ossidativo, lesioni pancreatiche e diabete

Molti studi hanno dimostrato che la timosina alfa 1 ha effetti protettivi contro danno ossidativo. Amplificando l’attività della catalasi, della superossido dismutasi e della glutatione perossidasi, la timosina alfa 1 riduce la produzione di specie reattive dell’ossigeno e previene il danno ossidativo al tessuto epatico.

La timosina alfa 1 ha ben documentate proprietà antiproliferative osservate su vari tipi di  neoplasie e questo è il risultato della sua capacità di diminuire lo stress ossidativo.

Aiuta anche a migliorare il danno pancreatico e il risultate diabete riducendo la produzione di malondialdeide e migliorando la funzione della superossido dismutasi e della catalasi. Le  proprietà antiossidanti della timosina alfa 1 sono considerate di grande beneficio nel trattamento delle lesioni pancreatiche.

Applicazioni nei pazienti oncologici

Diversi studi hanno mostrato risultati promettenti con l’uso di timosina alfa 1 in pazienti con melanoma metastatico, tumori della testa e del collo, cancro ai polmoni, tumore al seno e carcinoma epatocellulare. La timosina alfa 1 è indicata come adiuvante per l’immunodepressione e soppressione immunitaria indotta dalla chemioterapia e nell’immunodeficienza. Inoltre, è stato dimostrato che la timosina alfa 1 in combinazione con la chemioterapia o la radioterapia migliora il tasso di sopravvivenza nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, che rappresenta l’85% di tutti i tumori polmonari ed è noto per la sua bassa reattività alla chemioterapia.

SICUREZZA E DOSAGGIO

La timosina alfa 1 viene somministrata per via iniettiva sottocutanea due volte a settimana. Il dosaggio singolo standard varia da 0,8 a 6,4 mg, mentre dosi multiple variano da 1,6 a 16 mg per cinque-sette giorni.

Utilizzata in varie malattie come epatopatie, cancro e malattie autoimmuni, la timosina alfa 1 ha dimostrato di essere ben tollerata e sicura.

EFFETTI NEGATIVI E CONTROINDICAZIONI

La Timalfasina, la forma sintetica della timosina alfa 1, è generalmente ben tollerata. Gli gli effetti collaterali più comuni includono irritazione locale, arrossamento o fastidio nel sito di iniezione. Negli studi clinici, la combinazione di Timalfasina con interferone 2b ha mostrato effetti collaterali rari come febbre, affaticamento, dolori muscolari, nausea, vomito e neutropenia rispetto all’interferone-alfa 2b da solo o con placebo.

La Timalfasina è controindicata nei pazienti con ipersensibilità alla  timosina alfa 1 o a uno qualsiasi dei suoi componenti. Per la azione immunomodulante della timalfasina, è controindicata anche nei pazienti immunosoppressi, come i riceventi trapianto d’organo, a meno che i benefici del il trattamento non superino i rischi.

EVIDENZE DA STUDI CLINICI SULL’UOMO

La timosina alfa 1 è stata utilizzata in molte condizioni per potenziare l’immunità cellulo mediata e per il trattamento di una moltitudine di malattie.

È stato condotto uno studio sull’effetto della timosina alfa 1 nel tumore al seno delle linee  ZR-75-1, MCF-7, MDA-MB-231, MCF-10A e BT-549.

I risultati hanno mostrato che la timosina alfa 1 ha inibito la proliferazione cellulare e l’apoptosi indotta nella leucemia umana, nel cancro del polmone non a piccole cellule, nel melanoma e in altri tumori. L’apoptosi è stata indotta in modo significativo nel cancro al seno e nelle linee cellulari di leucemia con una concentrazione di timosina alfa 1 da 100 a 160 IM. In generale, lo studio ha rivelato che la timosina alfa 1 potrebbe essere un possibile approccio al trattamento del cancro al seno .

Altri studi dimostrano che la timosina alfa 1 potrebbe essere una terapia promettente per la sepsi grave.  In sei ospedali universitari in Cina sono stati condotti vari studi multicentrici, su larga o piccola scala, in singolo cieco e randomizzati, con lo scopo di indagare il ruolo vitale che la timosina alfa 1 svolge nella terapia della sepsi.

I pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva con sepsi grave sono stati distribuiti  in modo randomizzato tra il gruppo di controllo e il gruppo timosina alfa 1.

A loro sono state somministrate sottocute 1,6 mg di timosina alfa-1 oppure soluzione fisiologica (nel gruppo di controllo) due volte al giorno per cinque giorni; successivamente, la dose è stata ridotta a una volta al giorno.

I risultati hanno mostrato che il gruppo timosina alfa 1 aveva un tasso di mortalità del 9,0% inferiore rispetto al gruppo di controllo.

Come discusso in precedenza, una delle proprietà più importanti della timosina alfa 1 è il suo ruolo nell’attivazione delle risposte delle cellule T nel corpo.

Uno studio su sette pazienti con epatite cronica HBV correlato ha cercato di identificare le proprietà immunomodulatorie della timosina alfa 1. Ogni individuo è stato trattato per un totale di 24 settimane con un’iniezione sottocutanea sei volte alla settimana per le prime 2 settimane e poi due volte alla settimana per altre 22 settimane. Successivamente, sono state eseguite biopsie epatiche per raccogliere i dati.  I livelli sierici di alanina transaminasi sono migliorati e si sono normalizzati nel 42,9% dei pazienti dopo 48 settimane di trattamento.

Tuttavia, la scomparsa completa del DNA del virus dell’epatite B è stata osservata nel 28,6% dei casi. La timosina alfa 1 ha anche influenzato la maturazione dei linfociti T, dimostrando le sue elevate proprietà immunomodulatorie. Nel complesso, è stato riportato che la terapia di combinazione con timosina alfa 1 e IFN-α ha un’attività biologica dimostrabile nei pazienti con epatite virale.

TIMOSINA ALPHA 1 / TIMALFASINA VS TIMOSINA BETA 4 / TIMBETASINA

La timosina alfa 1 e la timosina beta 4 sono due peptidi secreti dal timo e hanno composizioni chimiche e azioni immunologiche molto diverse.

Queste proteine ​​sono separate dalla frazione di timosina 5 e hanno il potenziale per influenzare una serie di funzioni immunitarie nei mammiferi.

Si ritiene che la timosina alfa 1 sia responsabile del potenziamento del sistema immunitario attraverso il miglioramento dell’immunità cellulo-mediata negli animali senza il timo.

La timosina beta 4 appartiene alla famiglia delle proteine ​​sequestranti i monomeri di actina che regolano essenzialmente l’actina non polimerizzata e hanno un ruolo attivo nel mantenere i monomeri di actina G liberi nel citoplasma.

La timosina alfa 1 ha mostrato una azione clinicamente rilevante in vari tipi di cancro, in particolare il carcinoma epatocellulare, il cancro ai polmoni e i melanomi. La timosina beta 4 ha una forte risposta alle cellule infettate da virus. Attualmente è in fase di sperimentazione come possibile terapia contro l’influenza e l’HIV.

LA TIMOSINA ALFA 1 POTREBBE MIGLIORARE I RISULTATI IN COVID-19 PAZIENTI?

La pandemia COVID-19 ha avuto un impatto mondiale e numerosi studi hanno dimostrato gli effetti immunologici di questa malattia. Tutti i paesi colpiti da SARS-CoV-2 sono concentrati sulla ricerca di un trattamento efficace.

La timosina alfa 1 ha un ruolo molto importante sia nel controllo dell’immunità che nell’infiammazione. Finora è stato utilizzato in varie condizioni patologiche: infezioni, sepsi, immunodeficienze e tumori maligni, solo per citarne alcune.

È stato anche scoperto che riduce la mortalità in molte di loro, come la sepsi e l’infezione da HIV. Sebbene gli studi clinici sull’efficienza della timosina alfa 1 nel trattamento del COVID-19 siano ancora limitati, sarebbe di grande valore esplorare ulteriormente i potenziali benefici che questo farmaco può apportare nel mitigare gli effetti devastanti dell’attuale pandemia.

Un recente studio su pazienti COVID-19 ha dimostrato come la timosina alfa 1 abbia promosso in modo significativo la proliferazione delle cellule T attivate e questo ha evitato la linfopenia nei pazienti infetti. In totale, hanno partecipato allo studio  25 pazienti in condizioni critiche. Undici di loro hanno ricevuto un trattamento giornaliero di timosina alfa 1 per una settimana, mentre il resto dei pazienti non è stato trattato. I dati mostrano che i pazienti nel gruppo in trattamento con timosina alfa 1 avevano un numero maggiore di linfociti rispetto ai pazienti senza trattamento.

In un altro studio retrospettivo condotto in Cina, i pazienti del gruppo di trattamento hanno ricevuto iniezioni sottocutanee di 10 mg di timosina alfa 1 una volta al giorno per almeno sette giorni consecutivi. L’integrazione di timosina alfa 1 ha mostrato un miglioramento e il ripristino della conta delle cellule T nei pazienti COVID-19 con linfocitopenia grave e, alla fine, l’integrazione di timosina alfa 1 ha ridotto la mortalità nei pazienti gravemente malati di COVID-19.

Nel trattamento con COVID-19, è stato ipotizzato di somministrare timosina alfa 1 come iniezione intramuscolare per 7 giorni per i pazienti che hanno cellule CD8 inferiori a 400 / μL e cellule CD4 inferiori a 650 / μL.

Questo è postulato sulla base della comprensione che l’induzione della timosina alfa 1 ha mostrato un miglioramento del numero di cellule T nei pazienti anziani con comorbidità come ipertensione e malattie cardiovascolari.

È stato anche suggerito che la timosina alfa 1, assunta prima della somministrazione di metilprednisolone in pazienti con COVID-19, possa prevenire la morte dei timociti indotta dagli steroidi.  La National Health Commission della Cina ha incluso la timosina alfa 1 come opzione di trattamento alternativo per i pazienti con linfocitopenia o immunodeficienza. Attualmente, ci sono vari studi clinici in corso registrati su clinicaltrials.gov di timosina in pazienti COVID-19.

CONCLUSIONI

La timosina alfa 1 è un peptide del timo con riconosciute capacità immunomodulanti e azioni biologiche.

L’analogo sintetico della timosina alfa 1, la Timalfasina, induce la produzione di IL-2 e del fattore di crescita delle cellule B, la differenziazione dei linfociti immaturi del sangue del cordone ombelicale, aumenta l’efficienza della presentazione dell’antigene ai macrofagi e la modulazione e la normalizzazione della funzione e del numero dei linfociti T.

Gli effetti dell’immunostimolazione avvengono attraverso l’azione dei TLR nelle cellule dendritiche mieloidi e plasmacitoidi con la produzione di citochine. Gli effetti immunosoppressivi dell’involucro virale SARS-CoV-2 nell’indurre la tempesta citochimica può essere modulata con la terapia con timosina alfa 1.

Ciò sarebbe particolarmente utile nel prevenire gli eventi catastrofici della la tempesta di citochine nelle forme più gravi.

La timosina alfa 1 e il suo analogo sintetico timalfasina hanno profili di sicurezza ben studiati e sono ben tollerati con solo effetti collaterali minori.

Studi clinici hanno dimostrato il ruolo significativo della timosina alfa 1 nelle risposte immunitarie e infiammatorie e un’ampia ricerca ha dimostrato il suo uso efficace in una miriade di malattie che vanno dall’epatite e dall’HIV alle deficienze immunitarie e ai tumori, nonché il suo uso come adiuvante dei vaccini.

Nel contesto dell’infezione da COVID-19, è stato dimostrato che riduce la mortalità nei soggetti con malattia grave e aiuta a ripristinare alcune funzioni immunitarie aumentando l’attività timica. Ulteriori studi sarebbero estremamente utili per determinare se la timosina alfa 1 può servire come agente terapeutico o in combinazione con altri trattamenti per mitigare la progressione e la gravità della malattia. A tal fine, possiamo concludere che ulteriori studi sono necessari per valutare l’utilizzo di timosina alfa 1 in questi pazienti.

 

Si sottolinea come la terapia con Timosina alfa 1 può essere effettuata solo da medici qualificati.

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