La disbiosi dell’intestino: il filo conduttore "nascosto"…

La disbiosi dell’intestino: il filo conduttore "nascosto"…

Scritto da
Dott.ssa Serena Smeazzetto

La disbiosi intestinale

Quando pensi alle malattie cardiovascolari, al diabete, all’obesità, alle malattie neurodegenerative, ai tumori, o … alle malattie della tiroide, puoi facilmente intuire che esiste un fattore comune.

Certo… Sono malattie croniche e sono correlate all’invecchiamento e allo stile di vita o, meglio, derivano dalla continua interrelazione fra geni e ambiente.

Ma questo non basta a chiarirti le idee… Oggi la scienza ha dato una risposta ed è molto chiara.

Il filo conduttore è il microbiota.

Cos’è il Microbiota?

Con la parola “Microbiota” si intende l’insieme dei microrganismi che vivono in simbiosi con il corpo umano.

Possiamo, infatti, considerare l’uomo come un “superorganismo” composto da cellule umane, batteri, virus e funghi.

Per riconoscere l’importanza che questi microrganismi hanno sulla salute umana, basti pensare che il numero delle cellule del microbiota è 10 volte superiore a quello delle cellule umane; mentre, il patrimonio genetico è, addirittura, 100 volte maggiore rispetto a quello umano.

Ecco perché, negli ultimi anni, le ricerche in questo ambito sono aumentate esponenzialmente e la comunità scientifica ha riconosciuto il ruolo chiave del microbiota, ed in particolare del microbiota intestinale, in ambito di prevenzione.

Ad oggi, il “microbiota intestinale” è considerato un organo vero e proprio con peso di circa 2 Kg e molteplici funzioni che contribuiscono a mantenere sano il nostro organismo.

Il Microbiota cambia?

Il Microbiota è diverso da persona a persona e, al contrario del genoma, evolve nel tempo.

I fattori che modificano il microbiota sono molteplici e comprendono: i cambiamenti fisiologici come quelli che avvengono durante i primi anni di vita, il tipo di alimentazione, l’attività fisica, lo stile di vita e i farmaci che assumiamo.

A cosa serve il Microbiota?

I microrganismi all’interno del nostro intestino non si limitano a favorire la digestione e l’assimilazione dei nutrienti, ma giocano un ruolo importante:

  • nella modulazione del sistema immunitario
  • nella biosintesi di sostanze ormono-simili
  • nel combattere microrganismi patogeni
  • nell’interazione con il sistema nervoso centrale

Non è un caso infatti che il microbiota intestinale sia anche chiamato “secondo cervello”.

La Disbiosi Intestinale, ovvero l’alterazione dell’equilibrio dei microrganismi intestinali, è stata correlata a svariate patologie infiammatorie, autoimmuni e metaboliche. Solo di recente, però, le disfunzioni tiroidee sono state collegate al microbiota intestinale, tanto che si inizia a parlare di “asse intestino-tiroide”.

Esiste una relazione tra microbiota e disfunzioni tiroidee?

La risposta è SI.

Gli studi dimostrano che il microbiota intestinale possa modulare l’assorbimento di iodio e selenio, micronutrienti importanti per il metabolismo della tiroide, e giochi un ruolo importante nel metabolismo della triiodotironina (T3).

In presenza di disbiosi intestinale siamo di fronte ad una vera e propria competizione tra cellule batteriche e cellule umane; se i batteri che utilizzano iodio e selenio sono in sovrabbondanza, questi micronutrienti verranno consumati dai batteri e ne rimarranno pochi disponibili per l’assorbimento e l’utilizzo da parte delle cellule umane.

La composizione batterica intestinale, oltre ad influire sull’assorbimento della triiodotironina (T3) fisiologica, modula anche quello della levotiroxina (farmaco somministrato per via orale).

Altra cosa degna di nota è che la sovracrescita batterica dell’intestino tenue, SIBO (small intestinal bacterial overgrowth), è spesso associato ad ipotiroidismo. Mentre l’ipertiroidismo è stato correlato ad una specifica composizione del microbiota intestinale.

Inoltre, in presenza di tiroiditi autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto, è presente disbiosi intestinale con caratteristiche comuni a quelle riscontrate in pazienti celiaci o con intolleranza al lattosio.

Cosa possiamo fare?

  1. Le recenti tecnologie hanno permesso di sviluppare analisi avanzate in grado di analizzare il microbiota intestinale. Questo tipo di analisi permette di avere una “fotografia istantanea” del nostro intestino in un determinato momento e di individuare eventuali situazioni di disbiosi o sovracrescita batterica.
  2. Partendo da queste informazioni è possibile individuare la corretta alimentazione e terapia PERSONALIZZATA per ogni singolo caso.

L’analisi del microbiota intestinale diventa quindi un passo fondamentale in ottica di medicina preventiva e nutrizione personalizzata, approcci indispensabili per supportare il paziente ipo o iper-tiroideo.

Zhao Fuya et all. Alterations of the Gut Microbiota in Hashimoto’s Thyroiditis Patients. Thyroid, January 10, 2018
Virili C., Centanni M. Does microbiota composition affect thyroid homeostasis?
Endocrine. August 2015, Volume 49, Issue 3, pp 583–587
Hedda L.Köhlinga et al.The microbiota and autoimmunity: Their role in thyroid autoimmune diseases, Clinical Immunology.Volume 183, October 2017, Pages 63-74

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