Parliamo di Selenio e Tiroide

Parliamo di Selenio e Tiroide

Scritto da
Dott.ssa Cristiana Aperio

Selenio e Tiroide

Al giorno d’oggi è più facile di quanto si possa pensare presentare carenze nutritive. Molte persone seguono infatti regimi dietetici squilibrati nei rapporti relativi fra calorie e nutrienti per vari motivi: noncuranza, poco tempo a disposizione per curare l’alimentazione o disinformazione.
Ecco quindi che l’alimentazione può essere carente di alcune sostanze chiave soprattutto relativamente agli oligoelementi come il selenio.

Il selenio è un micronutriente cioè una sostanza di cui l’organismo ha bisogno solo in piccole quantità, ma gioca un ruolo essenziale nella produzione di enzimi, ormoni e altre sostanze che aiutano a regolare la crescita, l’attività, lo sviluppo e il funzionamento dei sistemi immunitario, endocrino e riproduttivo.

Il selenio è un elemento chiave nel preservare la funzionalità tiroidea e prevenire le patologie che possono affliggerla anche di tipo autoimmune come la tiroidite di Hashimoto in costante aumento negli ultimi anni anche in persone di giovane età.

Il selenio è un costituente critico nella produzione di ormoni tiroidei perchè svolge un ruolo fondamentale nella conversione dell’ormone tiroideo primario (T4) all’ormone tiroideo (T3) che è la forma biologicamente attiva.

Infatti l’enzima che catalizza la conversione da T4 a T3 è una deiodasi, cioè un enzima che sottrae un atomo di iodio al T4 per trasformarlo in T3, è selenio dipendente e quindi lavora in modo più efficiente quando le quantità di selenio disponibili nell’organismo sono adeguate.

In caso di carenza di selenio grave, la conversione di T4 in T3 può essere compromessa, e la conseguente bassa quantità di T3 può causare sintomi di ipotiroidismo, che in questo caso sarebbero attribuibili solo alla scarsa disponibilità di selenio in presenza di una tiroide perfettamente funzionante.

Un’adeguata integrazione di Selenio gioca inoltre un ruolo importante anche nel supportare i pazienti affetti da tiroiditi di tipo autoimmune.

Infatti ci sono studi che documentano che assumere 200 microgrammi al giorno di questo minerale ridurrebbe l’infiammazione e i danni alla tiroide indotti dalla malattia. Infatti il selenio contrasta lo stress ossidativo e l’infiammazione che possono derivare da eccessi di iodio (e dei suoi sottoprodotti) che circondano il tessuto tiroideo o come conseguenza dell’immunità overdrive presente in particolare nel Hashimoto.

Roland Gärtner et all. Selenium Supplementation in Patients with Autoimmune Thyroiditis Decreases Thyroid Peroxidase Antibodies Concentrations. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, Volume 87, Issue 4, 1 April 2002, Pages 1687–1691

Un’integrazione di selenio può essere un valore aggiunto alla terapia tradizionale con levotiroxina.

Di Wu et all. Clinical effects of selenium yeast and levothyroxine combined therapy on patients with lymphocytic thyroiditis. Biomedical Research (2018) Volume 29, Issue 1

Insieme allo zinco, il selenio è poi uno dei minerali che più direttamente promuovono la fertilità dell’uomo, in quanto contribuisce a proteggere la vitalità degli spermatozoi dai radicali liberi e dal danno ossidativo.

La bella notizia è che il Selenio può essere tranquillamente dosato nel siero, così come lo Zinco.

Quindi, anche se nessuno te l’ha mai detto, anche tu puoi conoscere il valore del TUO selenio nel sangue e fare una integrazione mirata.

Diversi alimenti contengono selenio in forma biodisponibile. I principali sono le noci del Brasile, la carne (soprattutto le frattaglie, come reni e fegato), i molluschi, il pesce, i cereali integrali. La raffinazione e la cottura dei cibi tendono a disperdere questo minerale.

Un’integrazione di selenio può essere opportuna in tante circostanze in cui sia necessario riequilibrare la funzionalità del sistema immunitario, in presenza di disturbi di tipo infiammatorio (l’infiammazione acuisce lo stress ossidativo), per prevenire le malattie degenerative collegate o meno all’invecchiamento e in situazioni di subfertilità maschile.

Inoltre non tutti gli integratori lavorano allo stesso modo sulle cellule, ad esempio fra gli integratori di selenio sarebbero da preferire quelli che contengono selenio in forma organica (L-seleniometionina) più facilmente assorbile rispetto al selenio inorganico.

Potrebbe anche essere utile associare all’integrazione con selenio quella con vitamina E che ha un’azione antiossidante sinergica a quella del selenio.

L’integrazione di selenio, come d’altra parte tutte le altre integrazioni, dovrebbe essere suggerita da medici esperti perché è importantissima la personalizzazione dell’integrazione e l’utilizzo di prodotti sicuri e collaudati.


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