L’abolizione dei cereali contenenti glutine dalla tavola oggi sembra una scelta quasi obbligata di chi cerca di essere aggiornato in tema di nutrizione e benessere. Giusto?
Nei supermercati vi sono aree intere dedicate ai prodotti gluten free.
Ma la domanda vera è…
Serve veramente in chi soffre di tiroide privarsi del glutine o è solo una moda?
Cerchiamo di capire…
Il glutine è un complesso di proteine che si trovano in alcune varietà di cereali come il frumento (grano), l’orzo, la segale, la spelta, il triticale, il kamut e il farro.
È intuitivo come il glutine sia contenuto nel pane, nei prodotti da forno e nella pasta.
Tuttavia il glutine è “nascosto” in molti in cibi e prodotti inaspettati, per esempio:
- sughi e zuppe pronte con cereali vietati,
- carne, pesce o formaggio impanati con cereali “vietati”,
- frutta disidratata impanata (es. fichi secchi, etc),
- cioccolato contenente cereali
- bevande analcoliche all’avena, caffè d’orzo, birra da malto d’orzo o frumento
- integratori e farmaci, che usano il glutine come addensante e conservante
- prodotti per la cura della persona, come il sapone o la schiuma da barba.
Per i soggetti celiaci il glutine può essere mortale!
Per loro, che sono geneticamente predisposti, il glutine è un vero e proprio killer che scatena una infiammazione cronica dell’intestino tenue, che regredisce solo con l’eliminazione del glutine dalla dieta.
La malattia celiaca è conosciuta da molti anni, anche se ancora oggi la diagnosi non è così scontata perché la malattia può presentarsi in modo insidioso e con una sintomatologia variabile ed anche extra-intestinale ed espone al rischio di molte patologie.
In questo caso va seguita una dieta senza glutine per tutta la vita.
Certo è questa il caso estremo ma 1 su 100 italiani ha questo tipo di problema.
Una condizione meno grave ma più diffusa è quella della “Gluten Sensitivity” che è una sindrome (non una malattia) in cui si possono manifestare sintomi intestinali ed extra-intestinali simili a quelli presenti nella malattia celiaca in seguito all’ingestione di alimenti contenenti glutine in persone in cui è stata esclusa una malattia celiaca ed una allergia alle proteine del frumento.
In questo caso non si verifica una vera e propria atrofia dei villi intestinali e la sindrome non è su base autoimmunitaria.
È bene chiarire che questa sindrome non viene accettata come tale da tutti gli esperti.
Tuttavia, è una osservazione comune che molte persone trovano giovamento dalla esclusione del glutine dalla alimentazione. Non è giusto e utile ignorare questo ma bisogna cercare una spiegazione!
Il Dottor Alessio Fasano ne ha fornita una convincente
(Ann N Y Acad Sci. 2012 Jul; 1258(1): 25–33. Zonulin, regulation of tight junctions, and autoimmune diseases Alessio Fasano)
… ma partiamo dall’inizio.
L’intestino è naturalmente permeabile al passaggio di molecole dall’esterno, perché questo è il meccanismo che consente di assorbire i nutrienti vitali che vi giungono. Infatti, la regolazione della permeabilità intestinale è una delle funzioni di base delle cellule che coprono la parete dell’intestino.
Quando qualcuno che ha una gluten sensitivity mangia cibi che contengono glutine, le proteine del glutine passano dallo stomaco e arrivano al piccolo intestino, che risponde producendo zonulina, una proteina che può rompere le “giunzioni serrate” (chiamate tight junction) nel rivestimento intestinale.
A questo punto l’intestino diventa “permeabile”, troppo permeabile, e consente a cibo parzialmente indigerito, a tossine e a microbi, di essere assorbiti e di arrivare nella circolazione del sangue, dove non sarebbero arrivati se la barriera intestinale fosse stata normalmente funzionante.
Descrive bene la situazione il termine inglese Leaky Gut Syndrom, dove letteralmente l’intestino è definito “gocciolante” e non assolve alla sua funzione di barriera fra il mondo esterno e quello interno.
È intuitivo come in questa situazione il sistema immunitario sia in allarme e in confusione totale e se la situazione continua risponda generando infiammazione cronica o una malattia autoimmunitaria.
In realtà ogni volta che il corpo è esposto ad un pericolo esterno, il sistema immunitario memorizza la sua struttura, più specificamente la sua sequenza proteica, in modo tale da poter sviluppare una difesa all’agente patogeno e poter riconoscerlo in futuro, quando si dovesse ripresentare.
E la tiroide cosa centra con tutto questo?
Il fatto è il meccanismo di riconoscimento del sistema immunitario non è perfetto. Confonde il vaiolo (agente patogeno) con il vaiolo di bovino (vaccino), giusto?
Quindi se la struttura di una molecola (es. glutine) e quella di una molecola che è ritenuta un pericolo per l’organismo (tessuto tiroideo) sono abbastanza simili, il sistema immune può essere ingannato, attaccando le molecole che gli somigliano,
Per persone affette da una malattia della tiroide (una malattia autoimmunitaria in cui producono anticorpi “contro” la tiroide), il rischio è rappresentato dal glutine.
Il glutine è una proteina strutturalmente simile al tessuto della tiroide, e per questo il sistema immune la attacca.
Se hai una Tiroidite di Hashimoto, il risultato è che più glutine mangia più auto-anticorpi si formano, più la tua tiroide tende a distruggersi, più non produce ormoni tiroidei, più tu sviluppi sintomi da IPOTIROIDISMO.
Se hai una Malattia di Graves, il sistema immune si comporta in un altro modo. Gli anticorpi contro la tiroide si comportano come se fossero molecole di TSH, causando una eccessiva produzione di ormoni tiroidei e stimolando troppo il metabolismo e causando IPERTIROIDISMO.
Semplice… Si parla di mimica molecolare per definire questo fenomeno, caratteristico del nostro sistema immune.
E se la tua patologia tiroidea non fosse autoimmunitaria?
Qualche autore raccomanda a tutti i pazienti con disfunzioni della tiroide di evitare il glutine e la caseina per “prevenire” questo fenomeno di mimica molecolare.
Qual’è il rovescio della medaglia di una dieta senza glutine?
È che inevitabilmente l’indice e il carico glicemico salgono e questo è un fenomeno svantaggioso nelle persone ipotiroidee, dal momento che molte sono insulino e leptino resistenti.
Quindi, anche in questo caso, l’indicazione dell’esclusione dalla dieta del glutine varia da caso a caso e deve essere accompagnato da un pattern di esami specialistici ad hoc.