Sei disposta a rinunciare al caffè per la tua salute?

Sei disposta a rinunciare al caffè per la tua salute?

Scritto da
Dott. Claudio Tomella

Tranquilla, anche solo per 15 giorni…

Hai mai pensato a cosa faresti di più difficilmente a meno?

Ok, si può vivere senza glutine, il latte o i latticini. Senza la carne o il pesce. Si può smettere di fumare o rinunciare ad un po’ di relax per iscriversi in palestra…

Ma se ti venisse chiesto di rinunciare ad internet per 2 settimane ?

Beh allora il gioco si fa duro. Ma arriviamo al punto.

Sarebbe semplice rinunciare al tuo caffè per 2 settimane?

Per qualcuno di voi probabilmente sarebbe MOLTO difficile… MOLTO difficile…

Ma cerchiamo di capire i due lati della medaglia

I Benefici del caffè

Non sono pochi gli studi che evidenziano gli effetti positivi del caffè sulla salute.

Sappiamo bene come il caffè abbia un effetto tonico e stimolante la funzionalità cardiaca e il sistema nervoso centrale. È questo il motivo per cui lo beviamo alla mattina appena svegli. È questo il motivo per cui si aggiunge al latte, che di per sé possiede una azione sedativa per il contenuto di calcio.

James H. O’Keefea, James J. DiNicolantonioa, Carl J. Lavieb. Coffee for Cardioprotection and Longevity, Progress in Cardiovascular Diseases. 21 February 2018
Khan and Cao. Coffee Consumption Provides Therapeutic Benefits against AD through Increasing Plasma GCSF Levels and Improving Cognitive Performance. Journal of Clinical Neurology and Neurosurgery, 2018.

Il caffè stimola la secrezione gastrica. È questo il motivo per cui molte persone lo bevono dopo pranzo o dopo cena.

Kathrin Ingrid Liszt. Caffeine induces gastric acid secretion via bitter taste signaling in gastric parietal cells. Proceedings of National Academy of Sciences of the United State of America (PNAS) 2017 July, 114 (30) E6260-E6269.

Possiede un effetto lipolitico e anoressizzante, ma solo se assunto ad alte dosi e generalmente come farmaco.

Ian James Martins. Indian spices and Caffeine treatment for Obesity and Cardiovascular disease. Annals of Clinical Endocrinology and Metabolism Published: 31 January 2018

Ci sono studi che mostrano che potrebbe avere un ruolo nella prevenzione del cancro, diabete, depressione, cirrosi ecalcolosi etc.

Amanda J.Crosset all. Coffee and Colorectal Cancer: Grounds for prevention? Gastroenterology. February 2018
Longfei Wang et all.Coffee and caffeine consumption and depression: A meta-analysis of observational studies. Australian & New Zealand Journal of Psychiatry. September 2, 2015

Inoltre il caffè è ricco di antiossidanti e polifenoli. Tuttavia, se dobbiamo proprio fare una scorpacciata di antiossidanti e polifenoli, forse meglio pensare a frutta e verdura.

Al di là della scienza vi è una innegabile sensazione di benessere che può derivare da una tazzina di caffè, che può spezzare una mattinata monotona, animare un break con amici senza dimenticare il profumo, il retrogusto, l’energia e la lucidità mentale che dona.

Ancora di più a chi ha poca energia per una tiroide ipofunzionante o surrenali scariche.

Il caffè fa bene a tutti? Non proprio.

Ognuno di noi può avere una reazione diversa. Alcuni possono sentirsi nervosi, altri carichi per ore: alcuni riferiscono di sentirsi bene per un paio di ore (soprattutto grazie al picco di dopamina) ma dopo la loro energia e il loro livello di attenzione inizierà a calare rapidamente.

Ma ecco una chicca:

Il caffè è metabolizzato nella FASE 1 della detossificazione epatica e alcune persone hanno difficoltà ad attivare questa fase di detossificazione e per questo vengono chiamati metabolizzatori lenti. Quando ciò avviene può manifestarsi subito, con agitazione e irritabilità o a distanza di qualche ora, con problemi digestivi o del sonno.

Se hai una malattia della tiroide, una tiroidite di Hashimoto, se le tue surrenali sono scariche o soffri di insonnia, ansia, vampate è importante essere consapevole degli effetti negativi che può provocare il caffè per poter fare la tua scelta consapevole.

Qual’è il problema del caffè?

1) Può innalzare i livello di zuccheri nel sangue (la glicemia)

Ciò è particolarmente pericoloso per persone con ipoglicemia (bassi livelli di zuccheri), che si sentono nervose, affannate o insopportabili quando hanno lo stimolo della fame.

Le fluttuazioni di zuccheri nel sangue causano picchi di cortisolo, che non solo possono esaurire le surrenali, ma disregolano il sistema immune.

E questo non è particolarmente desiderabile per chi ha dei surreni scarichi, un Hashimoto o Graves. Questi picchi di cortisolo sono anche fortemente proinfiammatori.

Attenzione, questo si verifica anche se non si aggiungono zuccheri al caffè.

Il caffè amaro, anzi, stimola ancora di più la funzione epatica è per questo che chi beve il caffè in questo modo avverte uno stimolo alla vigilanza ancora maggiore.

Stutz B. et al. Association between habitual coffee consumption and metabolic syndrome in type 1 diabetes. Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases. February 2018
2) Il caffè può aumentare il desiderio di zuccheri e carboidrati

Come risultato di quanto sopra ovvero aumento dei livelli di zucchero, quando i livelli di zucchero scendono, abbiamo bisogno di una correzione di emergenza per riportarli a livelli normali. Ecco perché le persone che bevono caffè a colazione e prediligono una colazione dolce hanno un craving per i carboidrati alle ore 11.

3) Il caffè contribuisce al reflusso gastrico e ai danni intestinali e alla disbiosi

Il caffe stimola il rilascio di gastrina, il principale ormone secreto dallo stomaco e accelera il transito intestinale. Il caffè può anche stimolare il rilascio della bile (ecco perchè molte persone corrono in bagno dopo avere bevuto caffe) o degli enzimi digestivi.

In una persona con una digestione sana, questo non è un grosso problema. Tuttavia, per le persone con una condizione autoimmune e una sottostante la digestione compromessa (come IBS o “Leaky gut perduto”), ciò può causare un ulteriore danno all’intestino.

4) Il caffè può contribuire all’esaurimento delle surrenali (Adrenal Fatigue)

Il caffè stimola il surrene a rilasciare più cortisolo, il nostro ormone dello stress; questo è uno dei motivi per cui sperimentiamo uno splendido, ma temporaneo plus di energia dopo una buona tazzina di caffè. Tuttavia bere il caffè mentre in una condizione di esaurimento surrenalico è come gettare benzina sul fuoco. Ed è questa una condizione molto frequente in persone con ipotiroidismo.

Quello che molti di noi non sanno è che i nostri surreni esauriti sono spesso causa di un aumento di peso inspiegabile, problemi di sonno, depressione e stanchezza.

5) Il caffè peggiora la sindrome premestruale e la mammella fibrocistica

Inoltre, è ben documentato che il caffè può contribuire all’estrogeno dominanza, sia nella donna che nell’uomo, con la miriadi di conseguenze e sintomi che può determinare questo stato di eccesso relativo di estrogeni  rispetto agli altri ormoni (progesterone nella donna e testosterone nell’uomo)

6) Il caffè cross-reagisce col glutine

Il 50% delle persone con sensibilità al glutine, sperimentano anche una cross reattività con altri cibi, fra cui la caseina nei prodotti lattiero-caseari, mais, caffè e quasi tutti i grani. Questo avviene perché le loro strutture proteiche sono simili.

7) Il caffè influisce la conversione degli ormoni tiroide da T4 a T3

Il caffè influisce sull’assorbimento della levotiroxina (l’ormone tiroideo sintetico) e tiroide secca; questo è il motivo per cui i pazienti tiroidei devono prendere la loro compressa ormonale sostitutiva almeno un’ora prima di bere il caffè.

Quando si parla di aspettare mezz’ora ci si riferisce alla colazione. Se a colazione di beve anche il caffè, la tempistica di attesa ottimale sarebbe quella di un’ora

L’aspetto indiretto, ma importante, è che il caffè contribuisce alla dominanza estrogenica, citata sopra, e la dominanza estrogenica inibisce la conversione da T4 a T3.

9) Il caffè è altamente infiammatorio

Qualsiasi medico funzionale o di medicina integrata direbbe che la maggior parte delle malattie moderne sono causate dall’infiammazione o meglio dall’infiammazione cronica.

Il ruolo della caffeina sull’infiammazione è controverso. Alcuni studi mostrano che la caffeina è un contributo significativo allo stress ossidativo e all’infiammazione dell’organismo. Dolori e dolori cronici del corpo, stanchezza, problemi alla pelle, diabete e condizioni autoimmuni sono solo alcune delle condizioni legate all’infiammazione.

Tauler P1 et all. Effects of caffeine on the inflammatory response induced by a 15-km run competition.Med Sci Sports Exerc. 2013 Jul;45(7):1269-76

Altri studi mostrano che avrebbe un effetto protettivo e modulante. Altri ancora mostrano invece che avrebbe un effetto modulante l’infiammazione

Yi Zhang et al. Is coffee consumption associated with a lower level of serum C-reactive protein? A meta-analysis of observational studies International Journal of Food Sciences and Nutrition Published online: 06 Feb 2018
10) Il caffè può contribuire allo sviluppo dell’osteoporosi

È ben noto che il caffè è in grado di modificare il pH del nostro organismo riducendolo e quindi rendendolo più acido. Un pH basso (che significa un corpo più acido) può contribuire all’osteoporosi.
Diversi studi scientifici hanno confermato che l’uso abituale di caffè nelle donne in post-menopausa è stata una delle cause di osteoporosi.

Luciana Munhoz et al. Osteoporotic alterations in a group of different ethnicity Brazilian postmenopausal women: An observational study. Gerodontology 30 January 2018
11) Il caffè può determinare insonnia o un sonno non ristoratore

Questo, tuttavia, dipende dall’individuo e dalla sua capacità di metabolizzare la caffeina. Alcune persone possono dormire un sonno profondo e ristoratore anche se bevono il caffè alla sera, mentre altri non riescono anche se smettono di bere caffè a mezzogiorno.

Uno studio scientifico ha dimostrato che 400mg di “caffeina presa 6 ore prima di coricarsi ha importanti effetti distruttivi sul sonno e sostiene le raccomandazioni sull’igiene del sonno che prevedono di astenersi dall’uso della caffeina per un minimo di 6 ore prima di coricarsi”.

J Clin Sleep Med. 2013 Nov 15; 9(11): 1195–1200. Caffeine Effects on Sleep Taken 0, 3, or 6 Hours before Going to Bed Christopher Drake, Ph.D., F.A.A.S.M.,1,2 Timothy Roehrs, Ph.D., F.A.A.S.M.,1,2 John Shambroom, B.S.,3 and Thomas Roth, Ph

È facile scoprire se il caffè ha un impatto sul tuo sonno. Basta rinunciare a bevande che contengono caffeina per 5 giorni e allora sarà il tuo corpo a dirlo.

I primi due giorni saranno duri, ma questo ti dirà qualcosa di importante su questa vera e propria sostanza da addiction, o no? Poi sarai tu a decidere se è il caso di ridurre o abolire il consumo di caffè ovvero di mantenerlo.

E a proposito del decaffeinato ?

Il caffè decaffeinato non è totalmente privo di caffeina: contiene infatti al massimo 0,1% contro l’1,5-2% prima della decaffeinizzazione. Si tratta quindi di un caffè che tramite processi ha perso circa il 97% della caffeina. In base alla legislazione attualmente vigente, un caffè può essere considerato decaffeinato solo se il quantitativo di caffeina è inferiore allo 0,1% sul prodotto secco.

I principali metodi per estrarre la caffeina:

  1. La rimozione tramite solventi chimici: principalmente l’acetato di etile e il diclometrano
  2. Il metodo con trigliceridi
  3. La rimozione della caffeina tramite anidride carbonica
  4. Il sistema tramite un estrattore di acqua

In realtà in natura esiste il caffè decaffeinato che deriva da una pianta, la Coffea charrieriana. Tuttavia il suo uso non è diffuso per la scarsità di questa pianta.

L’ indicazione all’utilizzo del caffè decaffeinato è una zona controversa, per 2 motivi principali.

Il primo è che molti produttori utilizzano un processo chimico per rimuovere la caffeina dai chicchi di caffè. Il risultato finale è si meno caffeina, ma anche più sostanze chimiche.

In secondo luogo, è la caffeina nel caffè che ha i benefici per la salute e che da energia. Senza di essa, ci sono pochi vantaggi, se non quelli di mantenere la ritualità del caffè, anche se studi scientifici mostrano che esiste un residuo beneficio verso la prevenzione del diabete e del declino cognitivo


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