Selenio, Zinco e Piombo nei pazienti tiroidei: cosa li lega?

Selenio, Zinco e Piombo nei pazienti tiroidei: cosa li lega?

Alcuni elementi presenti nell’organismo in piccole quantità, tecnicamente definiti elementi in tracciaoligoelementi, svolgono azioni fondamentali per l’attivazione e il funzionamento del complesso tiroideo e della tiroide.

Nell’ambito di una visione della tiroide e della persona a 360 gradi non può mancare una particolare attenzione al significato della loro presenza nell’organismo.

Nel dicembre del 2019 è stata pubblicata una revisione sistematica e una meta-analisi sui i livelli dei principali oligoelementi nell’ipotiroidismo.

Talebi S. et coll
Trace Element Status and Hypothyroidism: A Systematic Review and Meta-analysis. Biol Trace Elem Res. 
2019 Dec 10

Gli studi scientifici su questo argomento hanno evidenziato, talvolta,  risultati contrastanti e per questo motivo gli autori hanno ritenuto opportuno fare chiarezza attingendo e confrontando studi scientifici pubblicati sui database elettronici di PubMed, Scopus, Embase, e Science Direct fino al settembre 2019.

Lo scopo di questa meta-analisi era quello di studiare l’associazione tra i livelli di alcuni elementi in traccia tra cui, Selenio, Zinco, Ferro, Manganese, Rame, Piombo e Magnesio in pazienti ipotiroidei e in pazienti di controllo.

Per fare questo sono stati selezionati e confrontati 32 studi osservazionali.

Nello studio è stato utilizzato il test di Hedges’g, che viene usato per confrontare differenti misure fra gruppi sperimentali e un gruppo di controllo, dal momento che nei vari studi le concentrazioni degli elementi in traccia sono state riportate usando unità di misura diverse.

Lo studio ha evidenziato che nei pazienti ipotiroidei:

  1. La concentrazione di selenio e zinco sono significativamente più basse
  2. La concentrazione di piombo è significativamente più elevata

Non si è evidenziata una differenza statisticamente significativa fra i livelli di ferro, rame, manganese e magnesio fra la popolazione ipotiroidea e quella di controllo.

Quindi, sostanzialmente, lo studio ha evidenziato che nei pazienti ipotiroidei i livelli di selenio e zinco sono bassi e quelli di piombo sono elevati.

Quindi, cosa fare?

Stante il fatto che lo studio necessita di  ulteriori conferme, sembrerebbe intuitivo che bisogna aumentare i livelli di selenio e zinco e diminuire quelli di piombo.
Ma, attenzione! È sempre meglio farlo in modo razionale e non improvvisato. Non basta acquistare un prodotto su Amazon o quello che ha suggerito un amico/paziente per stare bene.

Bisogna capire prima:

  1. se hai bisogno o no di quella integrazione
  2. il dosaggio “giusto” di quella integrazione per te

“Solo” per smontare alcune false credenze o fake news:

  • non è detto che un integratore, solo perché è di origine naturale, non possa fare male
  • non è detto che, per vitamine ed oligoelementi, più alta è la concentrazione dell’integrazione e meglio è
  • non è detto che ciò che ha funzionato in un altro paziente (o in altri gruppi di pazienti) necessariamente funzioni nello stesso modo anche per te

Semplicemente, l’integrazione deve essere su misura e personalizzata.

Oggi si parla di Medicina di Precisione come gold standard terapeutico, NON di “improvvisazione furba” fatta rubando notizie qua e là.

Il punto da cui iniziare è conoscere i livelli di vitamine ed oligoelementi presenti nell’organismo.

Per quanto riguarda quelli evidenziati in questo studio (Selenio, Zinco, Piombo) bisogna:

  • Misurare i valori di selenio e zinco nel sangue
  • Misurare i valori di piombo, nel sangue o nelle urine o nel capello

Sulla base di quanto emerge dagli esami e della storia clinica complessiva del paziente si può intraprendere una integrazione di selenio e zinco mirata e  si può pensare alla rimozione del piombo dall’organismo attraverso una terapia chelante o con l’utilizzo di zeolite.

Quali sono i dosaggi suggeriti?

Per il selenio si va da 50 a 200 mcg, mai oltre i 400 mcg.

Per quanto riguarda lo zinco l’integrazione va generalmente dai 10 ai 30 mg al giorno, mai oltre i 40 mg.

È utile rammentare che:

  • È fondamentale che l’integrazione, quando necessaria, sia effettuata solo con prodotti di ottima qualità e di origine nota. Quindi attenzione quando si acquista sul web o in negozio fidandosi solo del proprio fiuto.
  • Non è sufficiente che una vitamina o un oligoelemento sia presente in un prodotto multivitaminico generico per essere certi che il dosaggio sia sufficiente per raggiungere i valori ottimali di quella sostanza. E’sempre meglio mirare con precisione l’integrazione e valutare i risultati dopo un periodo di tempo.
  • Integrare selenio e zinco non significa necessariamente che sia necessario per tutti integrare anche la melatonina.
    Per la melatonina vale lo stesso discorso generale: vanno valutati i livelli ed integrata quando necessario a seconda delle necessità individuali, anche e soprattutto perché è un ormone e come tale interagisce con gli altri ormoni, in modo sinergico o soppressivo.
  • Il fatto che in questo studio non si sia evidenziata una differenza statisticamente significativa fra i livelli di ferro, rame, manganese e magnesio fra la popolazione ipotiroidea e quella di controllo non significa che questi oligoelementi non abbiano un significato funzionale per la tiroide e il complesso tiroideo. Anzi… La fisiologia è fisiologia ed è opportuno monitorare i livelli anche di questi minerali ed integrarli quando indicato.

Per quanto riguarda il piombo è inutile negare che l’inquinamento ambientale abbia un ruolo nel suo accumulo.

Quello che si può fare è effettuare sotto controllo medico una terapia chelante oppure utilizzare sostanze come la zeolite di ottima qualità che è potenzialmente in grado di sequestrare ed eliminare il piombo.


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