Attenzione alla Biotina per i test della tiroide, ma niente panico

Attenzione alla Biotina per i test della tiroide, ma niente panico

La biotina è una vitamina essenziale per il funzionamento del nostro organismo: quindi è una vitamina “buona”.

Numerosi studi scientifici hanno evidenziato come un’eccessiva supplementazione di biotina possa provocare interferenze con numerosi esami di laboratorio tra cui ormoni, vitamine, marcatori tumorali, esami di infettivologia e molti altri.

Per quanto riguarda la tiroide un’eccesso di biotina (che si può verificare solo con l’introduzione con integratori) può alterare i valori di TSH, FT3, FT4, falsando l’esito degli esami.

Ma attenzione, nessun allarmismo: la biotina è una vitamina “buona” e serve al nostro organismo.

In questo articolo cerchiamo di capire:

Che cos’è la biotina

La biotina (nota anche come vitamina B7 o vitamina H o vitamina I o Vitamina B8) è una vitamina idrosolubile, appartenente al complesso B, e come tale non si accumula nell’organismo.

È coinvolta in azioni di tipo coenzimatico, attraverso il meccanismo della carbossilazione ATP dipendente, che coinvolgono il metabolismo dei grassi (Acetil CoA carbossilasi), dei carboidrati e della gluconeogenesi (Piruvato carbossilasi) e degli  aminoacidi ramificati (Metilcrotonil CoA).

In altri termini, la biotina trasforma grassi, proteine o carboidrati, fornendo energia all’organismo.

Per questo motivo la biotina è indispensabile per il mantenimento di una glicemia bilanciata in casi particolari come l’esercizio fisico particolarmente prolungato, come avviene negli sport di endurance.

Da momento che la biotina non può essere immagazzinata nell’organismo, è necessario assumerla quotidianamente con l’alimentazione.

La biotina è presente sia negli alimenti di origine animale che vegetale. Tuttavia la biotina presente nei vegetali ha un biodisponibilità ridotta dal 20 al 40% perché è legata con un forte legame alle proteine.

In ogni caso per un assorbimento ottimale necessita dell’intervento degli enzimi pancreatici, in quanto è vincolata a residui di lisina che devono prima essere idrolizzati dalle peptidasi pancreatiche.

La biotina è ubiquitaria e si può trovare in molti cibi come nel latte, nei formaggi, nel tuorlo dell’uovo, nella carne, nel pesce, nei frutti di mare, nelle sardine, nei legumi, nel lievito di birra, nel riso non brillato e in vegetali come carote,  lattuga, spinaci, cavolfiori, pomodori, frutta secca, pappa reale e funghi.

Inoltre è prodotta anche dai batteri intestinali.

Per quanto riguarda l’uovo è opportuno sottolineare come la biotina si lega ad una proteina chiamata avidina, presente nell’albume dell’uovo: per questo motivo un consumo eccessivo di uova crude o alla coque nella dieta quotidiana in particolare come albume crudo, potrebbe rendere indisponibile la biotina assunta con l’alimentazione.

Questa è una condizione che potrebbe verificarsi in particolare in persone che sono solite mangiare 3 o più albumi tutti i giorni per lunghi periodi, come avviene in chi pratica body building o vuole aumentare la massa muscolare, ma sono condizioni estreme che comunemente non si verificano.

La cottura dell’uovo, invece, denatura l’avidina, e ciò elimina il suo effetto negativo sull’assorbimento della biotina.

La biotina è immagazzinata principalmente nel fegato, nei reni, nel cervello e nelle ghiandole surrenali.

Fabbisogno di biotina

Per la biotina non sono classificate in modo unanime il Fabbisogno Medio Stimato (Estimated Average Requirements) e la Quantità Giornaliera Quotidiana (Recommended Dietary Allowances) anche se fonti diverse collocano il Fabbisogno Medio Stimato intorno a 15–100 μg/die.

Nell’adulto il dosaggio raccomandato di biotina sia di 0.03 mg (30 µg) e sale a 0.035 mg (35 µg)  nelle donne in gravidanza o che allattano.

Non si conoscono fenomeni di tossicità da biotina fino a livelli di 10 mg/die.

Molti integratori alimentari presentano dosaggi di biotina molto più elevati, da 20 a 650 volte maggiori.

Carenza di biotina

Le carenze (o un aumentato fabbisogno) di biotina si possono verificare in alcune condizioni o patogie:

  • Ridotto apporto con l’ alimentazione: la carenza primitiva è rara nei Paesi industrializzati; quella secondaria si manifesta per eccessivo e costante utilizzo di albume di uova
  • Malattie ereditarie
  • Morbo di Crohn
  • Celiachia e intolleranza al glutine
  • Antibiotici, che ostacolano la produzione della flora batterica intestinale da cui la biotina è prodotta
  • Farmaci anticonvulsivanti
  • Eccessivo consumo di alcool
  • Fumo di sigaretta
  • Gravidanza o allattamento
  • Infanzia

Sintomi di carenza di biotina

Riguardano principalmente la pelle e i capelli e possono determinare:

  • alopecia (reversibile)
  • pelle secca
  • dermatiti
  • rush cutanei a livello di occhi, naso, bocca, genitali

Una carenza di biotina può causare inoltre:

  • astenia (mancanza di energia)
  • insonnia,ansia, depressione,
  • disturbi al sistema nervoso, inappetenza
  • dolori muscolari
  • aumentata suscettibilità ad infezioni batteriche e fungine
  • Insulino resistenza e diabete

La carenza di biotina può determinare un’alterata utilizzazione del glucosio. Da tempo gli studi scientifici hanno mostrato come pazienti con diabete non insulino-dipendente abbiano bassi livelli di biotina e la somministrazione di biotina sia in grado di migliorare il quadro metabolico.

https://www.jstage.jst.go.jp/article/jcbn1986/14/3/14_3_211/_article/-char/ja/ 

Studi recenti confermano il ruolo potenziale della vitamina B7 nella prevenzione e trattamento del diabete http://189.203.43.34:8180/handle/20.500.12103/2124

Effetti della biotina sull’organismo

Oltre alle azioni citate la biotina:

  • È importante per mantenere una appropriata funzione tiroidea e per la regolazione del sonno
  • Insieme all’acido pantotenico, la biotina contribuisce alla produzione degli ormoni dello stress
  • Può contribuire al controllo dei livelli di Colesterolo LDL
  • È necessaria per la sintesi della vitamina C.
  • Potrebbe modulare la produzione di  Igf1 e quindi la crescita muscolare oltre che la resistenza negli sport di endurance

Biotina e Tiroide: le interferenze con gli esami di laboratorio

Ormai numerosi studi scientifici hanno evidenziato un’interferenza fra la biotina, assunta in alte dosi, e l’esito di alcuni esami di laboratorio, fra cui gli ormoni tiroidei FT3 , FT4, il TSH e la Vitamina D (oltre a molti altri). I primi studi risalgono al 2012, ma ne sono stati pubblicati successivamente veramente tanti.

La biotina può determinare valori falsamente elevati di T3 e T4 e falsamente bassi valori di TSH, che possono determinare una diagnosi sbagliata di ipertiroidismo.

Nel caso in cui il test venga effettuato su un paziente ipotiroideo in terapia sostitutiva (es. Levotiroxina, Tiroide secca, etc.) l’esito dei test potrebbe far pensare che il dosaggio di ormone tiroideo sia falsamente troppo elevato.

Esistono anche la possibilità di sottostima, ma è meno frequente.

Quindi il problema è che si potrebbero formulare diagnosi sbagliate ovvero scelte non appropriate nel dosaggio degli ormoni tiroidei nei pazienti in terapia.

Recenti studi mostrano che elevati dosaggi di biotina possono causare valori erroneamente elevati anche di vitamina D.

www.sciencedirect.com/science/article…

La FDA (Food and Drug Administration) Americana nel 2017 ha lanciato un allarme per il pubblico, gli operatori sanitari ed il personale di laboratorio segnalando che la biotina può interferire in modo significativo con alcuni test di laboratorio.

www.fda.gov/medical-devices/safety-communications/…

Tuttavia questa notizia non è sufficientemente diffusa fra i medici e i pazienti.

È bene sottolineare che l’interferenza si verifica SOLO quando vengono assunti elevati dosaggi di biotina con gli integratori, il che può accadere dal momento che la biotina è presente a dosaggi ben maggiori di quelli fisiologici in molti supplementi per i capelli, le unghie, la pelle, il peso, la stanchezza, etc.

Gli integratori contengono quantità medie nettamente sovrafisiologiche, attorno ai 5000–10.000 µg. Nel caso del trattamento della sclerosi multipla e di altre forme neurodegenerative sono impiegate mega-dosi quotidiane superiori a 100.000 µg.

Meccanismo dell’interferenza

Da molti anni nei laboratori di analisi vengono utilizzati sistemi che sfruttano la capacità della biotina di legarsi con grande affinità alla streptavidina, che si trova nello Streptomyces avidinii, per eseguire numerosi test diagnostici.

La streptavidina ha la capacità di legare l’anticorpo o l’antigene biotinilato (della biotina). Quando la concentrazione di biotina nel siero del paziente è molto aumentata, le molecole di biotina interferiscono con il legame degli anticorpi o degli antigeni biotinilati alla fase solida rivestita di streptavidina.

I risultati di laboratorio sono falsamente diminuiti nel caso di metodiche sandwich o falsamente aumentati nel caso di metodiche competitive.

Cosa fare se si sta assumendo Biotina con un integratore?

  • Se il dosaggio è fisiologico, ovvero inferiore o uguale a 0.03 mg (30 µg), non si deve fare nulla.
  • Se è il dosaggio è superiore è necessario sospenderla almeno 2 giorni prima del prelievo.

Un recente studio pubblicato nel febbraio 2020 è andato oltre nell’analisi delle metodiche di indagine e ha evidenziato come, quando viene utilizzata dal laboratorio la piattaforma Abbott Architect, potrebbe non essere necessaria la sospensione di biotina.

Quando si usa a piattaforma Roche Cobas e602 viene raccomandata la sospensione di biotina per almeno 1 giorno e per la piattaforma Beckman UniCel DxI 800 per almeno 2 giorni.

Conclusioni

Elevati dosaggio di Biotina possono causare interferenze con alcuni esami ematochimici fra cui FT3, FT4, TSH e vitamina D.

È opportuno segnalare al medico che si sta assumendo un integratore che contiene Biotina, e il dosaggio preciso.

Se il medico non è a conoscenza di questa possibile interferenza, si può gli si può suggerire di verificare gli studi che lo hanno evidenziato.

Qualora i dosaggi di Biotina assunti siano superiori a 0.03 mg (30 µg) o 0.035 mg (35 µg)  nelle donne in gravidanza  è opportuno sospendere la supplementazione almeno 2 giorni prima.

Le aziende che producono i reagenti nonché i laboratori di analisi specializzati stanno cercando di correre ai ripari trovando nuove soluzioni.

Qualora sia possibile accertarlo, se il laboratorio utilizza piattaforme Abbot Architet o Roche cobas e602 la sospensione potrebbe non essere fatta nel primo caso e solo di 1 giorno per il secondo caso: questo è quello che ha rivelato uno recente studio preliminare.

Tuttavia nella pratica clinica non è necessario informarsi sulla metodica utilizzata nel laboratorio, per non aggravare il personale di un carico di lavoro superfluo.

Il messaggio è che le aziende stanno lavorando per superare questa interferenza e questo è estremamente positivo ed incoraggiante.

Per il paziente basta sospendere per 2 o 3 giorni l’integratore.

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